"Il
Tempo sfida tutte le cose, ma le piramidi riescono a sfidare il Tempo"
però
a me piace pensare che…
"La farfalla continuerà a librarsi sui campi e la goccia di rugiada brillerà ancora
sull’erba quando le piramidi saranno ormai seppellite " ( K.Gibran)
In attesa dell'aereo per il Cairo, con il mio amico Roberto, compagno del Soccorso Alpino |
Dato che questo blog è solo un diario
dei miei ricordi, senza grossi confini, voglio raccontarvi un episodio che mi è
tornato in mente sfogliando delle vecchie fotografie del mio viaggio sul Nilo.
Già lo avevo descritto brevemente nel post della mia prima esperienza di deserto, ma ho ritrovato altre foto e quindi forse è meglio descriverlo più dettagliatamente....
E’ un episodio molto leggero ed ironico e ci sta bene dopo il racconto molto triste del
terremoto. E’ stata una bellissima vacanza, sicuramente molto comoda, che peraltro è stata quella che mi ha permesso di conoscere il deserto e di cui già
ho parlato.
Al tempio di Hatshepsut |
Comunque la vacanza, eccezionalmente interessante dal punto di vista storico-culturale, era un po monotona, secondo i miei parametri di
giudizio, quindi dovevo giocoforza
inventarmi qualche diversivo per renderla un po meno “piatta”.
Al tempio di Horus, il dio falco |
Un Ariete ( nato il 19 aprile) tra gli arieti del tempio di Karnak |
A quel tempo,
per questa vacanza, mi avevano convinto ad allontanarmi dalle vette e mi
avevano trasportato nientemeno che nella pianura “più pianura che di più non si
può”, visto che l’acqua del Nilo scorre con lentezza esasperante.
Dopo aver visitato lo splendido museo per Cairo con il tesoro di Tutankamon, ci avviammo con trepidazione a vedere le piramidi.
Saqqara, sullo sfondo la piramide a gradoni di Djoser |
E finalmente eccole li, erano le uniche catene montuose le cui cime svettavano
al cielo. Tre monti dominavano la monotona e sterile piana.
Una montagna in
particolare mi colpì…. non si poteva non salirla. Quattro spigoli perfetti si
innalzavano al cielo con una inclinazione vertiginosa. Era la piramide di
Cheope. La nostra guida ci introdusse alla tecnica di costruzione ed alla
storia di detta meraviglia, ma….si distrasse un momento e io fuggii…
Il problema
è che la salita è permessa solo per le prime file di blocchi, poi dei cartelli
esplicativi in tutte le principali lingue ammoniscono coloro che volessero
ulteriormente salire. Una soluzione al
problema doveva pur esserci. In Himalaya si chiede il permesso alle autorità
che fanno capo al lama per salire una ben precisa cima, ma i buddisti sono
lontani….Poi ebbi un “lampo di genio”. Facendo il giro della piramide notai che
una faccia, quella opposta al parcheggio dei turisti, aveva i cartelli scritti
solo in arabo.
“Cosa c’entra questo?” direte voi…aspettate un momento…. Pian
piano, quasi per convincermi, cominciai a salire tra i blocchi e ben presto arrivai
agli ultimi cartelli, messi come a guardia di un confine insuperabile. Ma la
parola ” insuperabile” non è presente nel mio vocabolario e quindi…..superai immediatamente i
cartelli. Arrampicare tra i blocchi non è così semplice come si potrebbe
pensare.
Preferii quindi spostarmi sullo spigolo, il cui filo appariva più
“rotto” e più facile da salire. Credo ci sia un tragitto ben preciso per salire,
ma io non lo conoscevo. Alcuni blocchi sovrapposti sono allineati e quindi si
devono salire gradini di almeno due
metri, partendo da minuscoli terrazzini.
Nulla di particolare, beninteso, ma
neppure da sorriderci troppo. Un famoso alpinista, di ritorno da una spedizione
himalayana, morì cadendo dalla Grande Piramide. Ora sono sullo spigolo, ai miei
lati il panorama si allarga, salgo sulla scala degli dei verso il cielo, dove
Iside e Osiride troneggiano da 5000 anni. Il vento del deserto asciuga il
sudore, il suo immane calore alle 13 del pomeriggio,viene stemperato
dall’assoluta mancanza di umidità. Dallo spigolo posso ammirare un panorama meraviglioso,
la piramide di Chefren a fianco a me rivaleggia in altezza ma la sua cima , ma
mano che salgo, a causa dell’inclinazione dei lati, si allontana sempre più dal
punto in cui mi trovo e appare piccola, ma la sua mole è grandiosa.
Mi ricorda
la mia salita all’Aguille Verte, in compagnia con i pilastri dei Drus. Salire
sullo spigolo non è solo innalzarsi verso il culmine di un monumento, è salire
nella storia. Ogni ordine di blocchi mi ricorda la fatica degli uomini e il
genio dei costruttori che innalzarono una montagna che ha sfidato il tempo, che
non ha inclinato il suo capo alle intemperie, al vento alle tempeste di sabbia.
Mi sento uno scalatore che sfida il tempo, non una parete. Salgo inventandomi
la via, tra blocchi che non hanno creato un sentiero percorribile, con diedri
scivolosi, comodi terrazzini, paretine inscalabili che mi costringono
continuamente a cercare nuovi percorsi.
Man mano che salgo la larghezza delle pareti diminuisce e sopra di me si intravvede il culmine comune degli spigoli. Ma come avranno fatto a far coincidere gli spigoli in maniera perfetta? Questa riduzione della dimensione trasforma una salita in un volo, dato che il vuoto riempie sempre più la visuale. La Piramide di Chefren, la Sfinge, il Cairo, il deserto, tutto si apre salendo.
Man mano che salgo la larghezza delle pareti diminuisce e sopra di me si intravvede il culmine comune degli spigoli. Ma come avranno fatto a far coincidere gli spigoli in maniera perfetta? Questa riduzione della dimensione trasforma una salita in un volo, dato che il vuoto riempie sempre più la visuale. La Piramide di Chefren, la Sfinge, il Cairo, il deserto, tutto si apre salendo.
Le due Sfingi |
l vento sale rovente
dalla base della piramide e la sua voce rimbomba nelle orecchie, ora come un fischio, ora come un lamento…ora
come un grido…..come un grido ? Si….
come un grido, reale, talmente reale che mi fa tornare temporalmente alla
realtà da cui mi ero distaccato per immergermi nei millenni. Un grido,
vero…proviene dal basso, un urlo…urlano a me….porco cane…è la polizia che mi
urla qualcosa di incomprensibile. Mi manca poco per la vetta ed è come una
tempesta che impedisce agli impavidi scalatori di raggiunger la vetta agognata.
Mi ricordo che un’altra piramide, il Cervino, mi respinse a via della tormenta
che si scatenò sul suo spigolo. La mia tempesta qui si chiama polizia. Non
posso far finta di non aver sentito e mi accingo a interrompere la salita e
tornare mestamente indietro….vi pare facile? La discesa è sempre più difficile
della salita e scendere tra i massi scivolosi per la polvere si rivela una
piccola impresa ed anche la pendenza non aiuta. Una scivolata si risolverebbe
in un disastro. Già al 4 o 5 ordine di pietre mi accoglie la polizia la quale
ora mi parla in un inglese che a me sembra perfetto. Io non conosco l’inglese e
quindi le grida non sono più
comprensibili urlate in lingua araba a cui
inizialmente erano ricorsi, forse a via della mia pelle scura ben visibile dato
che porto solo i pantaloncini..
Certo non posso essere scambiato per uno
scolorito anglosassone !!!! Un poliziotto mi urla nelle orecchie con il solo
scopo di mettermi soggezione, ma non sa che questo comportamento non ottiene
minimamente l’effetto sperato. Gli rispondo in un arabo-italiano-francese alla
Totò, ma che comprendono perfettamente con mia somma meraviglia. Gli spiego che
avevo visto i cartelli, ma non ero stato in grado di decodificarli essendo
scritti solo in caratteri arabi....capite ora a che servivano i cartelli solo in lingua araba? Gli spiego con calma che non ho potuto
resistere al fascino della Grande Piramide e che io sono appassionato di
montagne e di alpinismo e che tale passione, unita alla fiabesca storia degli
antichi egizi, hanno fatto un insieme irresistibile.
Questi argomenti, con mio
sommo stupore, ottengono il loro effetto. Si calmano, mi dicono che è loro dovere
sorvegliare il monumento per evitare che i turisti possano ferirsi o morire nel
tentativo di salire sulla piramide. Lo dicono quasi scusandosi. Nel frattempo
il bus con tutti gli amici della comitiva è in attesa impaziente del mio ritorno,
perchè questa giostra è si è protratta per decine di minuti tra identificazione
ed interrogatorio. Finalmente, dopo avermi identificato (credendomi a voce), mi lasciano
andare.
Corro a perdifiato verso il pulman mentre tutti mi urlano ( anche
loro….ma è una abitudine !!!!) che io sono sempre il solito…. Conclusioni : le
piramidi ( Cervino, Cheope) mi portano sfiga…..ma non è finita qui....