Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per
tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la
nostalgia per il mare vasto e infinito. ( Antoine de Saint-Exupéry)
Oggi
hanno iniziato a demolire la mia casa molto danneggiata dal terremoto del 2009.
Il mostro distrugge la mia gialla camera da letto |
sportelli della cucina in muratura, balaustre delle scale e quant’altro reputavo da salvare e che potesse essere salvato. Ero li…ma la mia mente vagava lontano…poi ritornavo nella realtà e in quel momento la nostalgia prendeva possesso della mia anima.
I viaggiatori esprimono nostalgia, hanno
quasi sempre il cuore in un luogo diverso dal quale si trovano. (Paul Mehis)
…sapete
cos’è la nostalgia? Non avete bisogno di rispondermi, lo scrivo a me stesso, ma
per udirlo devo indirizzarlo a qualcuno…la nostalgia… il “dolore del ritorno”,
la nostalgia, quando invade il mio animo mi distrugge, mi riporta laggiù nei
deserti....
tra le verticali pareti....
nel profondo della terra.....
tra i gorghi dei fiumi.....
mi fa volare tra le nubi....
mi porta nel vento che scorre tra le sabbie e
le rocce.....
Allora mi aggrappo agli appigli flebili di una roccia incombente su di me che mi opprime come la mia casa che sta per crollare…
torno alle torri dolomitiche mentre scalpello il soffitto nell’intento di strappare alla distruzione almeno i faretti che tanti millenni fa faticosamente inserii nei muri con lo stesso scalpello.
Scalpello come facevo quando inserivo i chiodi a pressione sui duri muri della torre del Vajolet, negli stessi millenni passati come un sogno. Sogno…. ma le mie narici respirano odori sgradevoli di cemento frantumato. Quanto è lontana la polvere profumata della roccia che esce dal puntale del mio martello…
polvere che arriva alle narici come un fragrante odore di polline e che il vento disperde tra le nubi. Salgo sui gradini di una scala che mi avvicina ad un soffitto incrinato dalle forze della Terra, ma la mia mente è succube della nostalgia…
salgo sui gradini immaginari che i ramponi formano sul ghiaccio e che mi portano verso la cima del Bianco...
o tra i rivoli gelati dell’Eiger. Alzo gli occhi e vedo il bianco del muro, ma la mia fantasia mi trasporta tra le nebbie bianche del Kilimangiaro…
....nostalgia, fa male a cuore…voglia di fuggire di nuovo laggiù. Scendere dalla
scala, tra la polvere che ho appena formato e che si è posata, sdrucciolevole,
sul marmo prezioso della mia sala distrutta….
la stessa polvere impalpabile che
ho calpestato tante e tante volte tra le sterminate distese…
polvere che nasconde il sole quando il vento la trasporta per migliaia e migliaia di km.
Qui questa polvere nata dal soffitto, nasconde il mio animo, soffoca i miei polmoni, acceca i miei occhi, fa smarrire la mia strada….nostalgia, fa male al cuore, voglia di fuggire. Poi mi sveglio, ogni tanto….qualche volta non so più dove sta il confine tra il sogno e la realtà, tanto sono veri i sogni o è immaginaria la realtà… i ricordi epurano le cose brutte, tutto appare bello, ma non è così, anche laggiù, qualche volta mi è capitato di desiderare di non essere tra le tempeste di sabbia....
..... tra le tormente di neve.....
con la lingua appiccicata al palato per la disidratazione, con i morsi della fame e il tormento della sete…
nostalgia…tutto questo ora appare bello perché l’ho perso per sempre e mi sembra di non respirare quando inserisco nei cartoni sterili i miei ricordi che sorgono improvvisi dal profondo del tempo e dello spazio. Una medaglia…una foto…le sabbie dei deserti che ho traversati, che avevo dimenticate e che credevo neppure esistere .
Sabbie che in questo momento, versandole nei contenitori di vetro, mi scorrono tra le dita come talco che per un momento asciuga il sudore della nostalgia. Sabbie da regalare a qualche nostalgico come me per condividere le mie emozioni e farlo innamorare del viaggio...L ‘ho detto…non mi serve una risposta, non c’è una domanda alla vista del grembiulino di Ilaria o delle scalette d’arrampicata che sono riemerse improvvise….nostalgia… ero allungato sul divano…vedevo un film di cui non riuscivo a seguire una trama…la nostalgia è l’animale più forte che alberga dentro di me e che mi controlla incondizionatamente. Solo i progetti futuri possono relegarlo momentaneamente negli inferi della mia materia cerebrale. Quando poi sono sulle distese infinite dei miei deserti il demone prende vigore
e mi illumina le notti con l’ologramma di quello che ero e mi confronta con quello che sono. Mi proietta l’avatar di un essere che correva per 100 km come fosse una passeggiata, che saliva al Bianco al mattino,
da Chamonix, e tornava per fare merenda…. Una brutta serata…in compagnia della mia amica…nostalgia, come spesso accade. Non mi serve una risposta…fate conto che l’abbia scritta al vento con cui ho parlato tante e tante volte, al mio amico vento con cui ho traversato deserti, e salito i monti ghiacciati.......
o roventi..
la mia compagnia che sa rispondermi… il vento che sa tutto di me…tanto gliene ho parlato e che mi trasporta insieme a lui tra le valli e le vette….
tra le verticali pareti....
nel profondo della terra.....
tra i gorghi dei fiumi.....
mi fa volare tra le nubi....
Allora mi aggrappo agli appigli flebili di una roccia incombente su di me che mi opprime come la mia casa che sta per crollare…
torno alle torri dolomitiche mentre scalpello il soffitto nell’intento di strappare alla distruzione almeno i faretti che tanti millenni fa faticosamente inserii nei muri con lo stesso scalpello.
Scalpello come facevo quando inserivo i chiodi a pressione sui duri muri della torre del Vajolet, negli stessi millenni passati come un sogno. Sogno…. ma le mie narici respirano odori sgradevoli di cemento frantumato. Quanto è lontana la polvere profumata della roccia che esce dal puntale del mio martello…
polvere che arriva alle narici come un fragrante odore di polline e che il vento disperde tra le nubi. Salgo sui gradini di una scala che mi avvicina ad un soffitto incrinato dalle forze della Terra, ma la mia mente è succube della nostalgia…
salgo sui gradini immaginari che i ramponi formano sul ghiaccio e che mi portano verso la cima del Bianco...
o tra i rivoli gelati dell’Eiger. Alzo gli occhi e vedo il bianco del muro, ma la mia fantasia mi trasporta tra le nebbie bianche del Kilimangiaro…
Alba rossa sul Kilimangiaro |
La sala della mia casa... |
polvere che nasconde il sole quando il vento la trasporta per migliaia e migliaia di km.
Qui questa polvere nata dal soffitto, nasconde il mio animo, soffoca i miei polmoni, acceca i miei occhi, fa smarrire la mia strada….nostalgia, fa male al cuore, voglia di fuggire. Poi mi sveglio, ogni tanto….qualche volta non so più dove sta il confine tra il sogno e la realtà, tanto sono veri i sogni o è immaginaria la realtà… i ricordi epurano le cose brutte, tutto appare bello, ma non è così, anche laggiù, qualche volta mi è capitato di desiderare di non essere tra le tempeste di sabbia....
..... tra le tormente di neve.....
con la lingua appiccicata al palato per la disidratazione, con i morsi della fame e il tormento della sete…
nostalgia…tutto questo ora appare bello perché l’ho perso per sempre e mi sembra di non respirare quando inserisco nei cartoni sterili i miei ricordi che sorgono improvvisi dal profondo del tempo e dello spazio. Una medaglia…una foto…le sabbie dei deserti che ho traversati, che avevo dimenticate e che credevo neppure esistere .
Sabbie che in questo momento, versandole nei contenitori di vetro, mi scorrono tra le dita come talco che per un momento asciuga il sudore della nostalgia. Sabbie da regalare a qualche nostalgico come me per condividere le mie emozioni e farlo innamorare del viaggio...L ‘ho detto…non mi serve una risposta, non c’è una domanda alla vista del grembiulino di Ilaria o delle scalette d’arrampicata che sono riemerse improvvise….nostalgia… ero allungato sul divano…vedevo un film di cui non riuscivo a seguire una trama…la nostalgia è l’animale più forte che alberga dentro di me e che mi controlla incondizionatamente. Solo i progetti futuri possono relegarlo momentaneamente negli inferi della mia materia cerebrale. Quando poi sono sulle distese infinite dei miei deserti il demone prende vigore
e mi illumina le notti con l’ologramma di quello che ero e mi confronta con quello che sono. Mi proietta l’avatar di un essere che correva per 100 km come fosse una passeggiata, che saliva al Bianco al mattino,
da Chamonix, e tornava per fare merenda…. Una brutta serata…in compagnia della mia amica…nostalgia, come spesso accade. Non mi serve una risposta…fate conto che l’abbia scritta al vento con cui ho parlato tante e tante volte, al mio amico vento con cui ho traversato deserti, e salito i monti ghiacciati.......
o roventi..
la mia compagnia che sa rispondermi… il vento che sa tutto di me…tanto gliene ho parlato e che mi trasporta insieme a lui tra le valli e le vette….
C’è
però una piccola consolazione e l’ho trovata nelle parole di F.Pessoa ne “il
libro dell’inquietudine”
“Non c’è nostalgia più dolorosa di quella delle cose che non sono
mai state!”
….ed io, a conti fatti, avrei ben
poco da essere nostalgico….se non che esistono altri deserti, altre grotte,
altre montagne, altri cieli, altre valli, altri popoli, altre savane….altre…..altre…..altri……altri....sogni..............................