"Così selvaggia e insaziabile è la vera voglia di viaggiare, lo stimolo di conoscere e di sperimentare nuove cose, che nessuna conoscenza e nessuna esperienza riescono a saziare." Hermann Hesse
“Mulhacén è una montagna della Spagna. Con i suoi 3.482 metri è la cima più alta della Spagna continentale e della Penisola iberica. È anche la montagna più alta d'Europa al di fuori delle Alpi e del Caucaso. È situato circa 25 km a sud-est di Granada e circa 30 km a nord della costa del mar Mediterraneo. Fa parte del massiccio della Sierra Nevada ed è situato nella cordigliera Penibetica, il settore più meridionale del Sistema Betico. Il suo nome deriva da Abu l-Hasan Ali, penultimo re islamico di Granada nel XV secolo, chiamato Muley Hacén dagli spagnoli, che secondo la leggenda sarebbe stato sepolto sulla cima.” Vickipedia.
Indipendentemente dal meraviglioso paesaggio, aleggia la leggenda del penultimo re di Granada, Abu-I-Hassan Alí, detto Mulay Hacen, padre di Boabdil. Boabdil si innamorò di una bellissima cristiana, Isabel de Solis ed era disposto a farla sua sposa. Ma il padre si innamorò anch’egli della fanciulla, rubandola al figlio. Isabel si conertì all’islamismo, si innamorò profondamente del Mulay e con lui visse felici anni di concubinaggio, fino alla morte del re avvenuta nel 1485. La leggenda narra che quando il re Mulay fu spodestato da suo figlio Boabdil, si ritirò dal mondo rifugiarsi nella cittadella di Mondujar .
Vista dalla fortezza di Mulay a Mondujar (foto di Vanesa Sanchez)
Lì, lontano da tutti, trascorse i suoi ultimi giorni, con l'unica compagnia della sua amata Zoraya, la preferita, ed i bambini che aveva avuto con lei. Amareggiato, il vecchio re visse, sempre chiuso nella torre più alta della fortezza, ammirando le vette alte e distanti di Xolair, che più tardi sarebbe stato chiamato Sierrra Nevada ed ascoltando le storie che su di essa gli raccontava la sua amata Zoraya.
Così, egli concepì il desiderio di essere sepolto lì, lontano dagli uomini, con la sola compagnia del cielo infinito.
Il re,sentendo che la sua fine si stava avvicinando, chiese di essere sepolto lì, dove nessuno avrebbe mai potuto disturbare la quiete del suo spirito.
Si dice che Zoraya assecondò il suo desiderio , seppellendolo in cima alla montagna, tra le nevi eterne, dove regna solo il silenzio.
Si racconta che il re Muley Hacen, chiamò suo figlio, il principe Abul Haxig presso la sua dimora nel castello di Mondujar e ricevendolo sul letto di morte gli raccontò la storia di come un ricco agricoltore di nome Al Hamar divenne re di Granada.
Fedele praticante della sua fede, Al Hamar preoccupato delle vittorie cristiane, un giorno pregava Allah e lo supplicava di inviargli i mezzi per fermarli, quando improvvisamente udì una voce greve.
Gli apparve uno spettro, che gli donò tre diamanti neri di incomparabile bellezza.
Gli fece quindi promettere che al momento della sua morte li avrebbe lasciati in eredità al suo successore, ripetendo questo di generazione in generazione.
Solo allora la bandiera dell'Islam avrebbe sventolato in questa terra per sempre. Finito il suo racconto, Muley disse a suo figlio che, a causa dell'instabilità che si respirava nel suo regno e la minaccia di una possibile guerra, aveva nascosto i diamanti in una profonda caverna in cima alla Sierra Nevada.
M egli, mentre gli consegnava una pergamena con le indicazioni per trovarlo, spirò.
Abul Haxig però, ebbe la sfortuna di cadere in un'imboscata, perdendo il rotolo nella battaglia. Fu mortalmente ferito e dopo pochi giorni morì tra le braccia di suo figlio Abu Abd Allah, senza passare l'eredità di suo nonno.
Così iniziò sulla Sierra la ricerca dei tre diamanti, ma senza la pergamena non riuscì a trovare la grotta. Venne l’inverno, la ricerca continuò, ma una terribile tempesta di neve lo seppellì e morì nella neve ghiacciata.
Si dice che il giorno della sua morte, Granada cadde in mano ai cristiani e nessuno trovò più i diamanti, che rimangono ancora nascosti nelle profondità della Sierra Nevada.
Vista dalla fortezza di Mulay a Mondujar (foto di Vanesa Sanchez)
Lì, lontano da tutti, trascorse i suoi ultimi giorni, con l'unica compagnia della sua amata Zoraya, la preferita, ed i bambini che aveva avuto con lei. Amareggiato, il vecchio re visse, sempre chiuso nella torre più alta della fortezza, ammirando le vette alte e distanti di Xolair, che più tardi sarebbe stato chiamato Sierrra Nevada ed ascoltando le storie che su di essa gli raccontava la sua amata Zoraya.
Così, egli concepì il desiderio di essere sepolto lì, lontano dagli uomini, con la sola compagnia del cielo infinito.
Il re,sentendo che la sua fine si stava avvicinando, chiese di essere sepolto lì, dove nessuno avrebbe mai potuto disturbare la quiete del suo spirito.
Si dice che Zoraya assecondò il suo desiderio , seppellendolo in cima alla montagna, tra le nevi eterne, dove regna solo il silenzio.
Si racconta che il re Muley Hacen, chiamò suo figlio, il principe Abul Haxig presso la sua dimora nel castello di Mondujar e ricevendolo sul letto di morte gli raccontò la storia di come un ricco agricoltore di nome Al Hamar divenne re di Granada.
Fedele praticante della sua fede, Al Hamar preoccupato delle vittorie cristiane, un giorno pregava Allah e lo supplicava di inviargli i mezzi per fermarli, quando improvvisamente udì una voce greve.
Gli apparve uno spettro, che gli donò tre diamanti neri di incomparabile bellezza.
Gli fece quindi promettere che al momento della sua morte li avrebbe lasciati in eredità al suo successore, ripetendo questo di generazione in generazione.
Solo allora la bandiera dell'Islam avrebbe sventolato in questa terra per sempre. Finito il suo racconto, Muley disse a suo figlio che, a causa dell'instabilità che si respirava nel suo regno e la minaccia di una possibile guerra, aveva nascosto i diamanti in una profonda caverna in cima alla Sierra Nevada.
M egli, mentre gli consegnava una pergamena con le indicazioni per trovarlo, spirò.
Abul Haxig però, ebbe la sfortuna di cadere in un'imboscata, perdendo il rotolo nella battaglia. Fu mortalmente ferito e dopo pochi giorni morì tra le braccia di suo figlio Abu Abd Allah, senza passare l'eredità di suo nonno.
Così iniziò sulla Sierra la ricerca dei tre diamanti, ma senza la pergamena non riuscì a trovare la grotta. Venne l’inverno, la ricerca continuò, ma una terribile tempesta di neve lo seppellì e morì nella neve ghiacciata.
Si dice che il giorno della sua morte, Granada cadde in mano ai cristiani e nessuno trovò più i diamanti, che rimangono ancora nascosti nelle profondità della Sierra Nevada.
Io mi aggiro sulla vetta, lo sguardo si perde tra le pianure della Spagna e tra la foschia, al di la del mediterraneo, l’Africa troneggia con la sua possente presenza.
Nelle orecchie e sul viso mi accarezza lo zefiro rovente dei deserti, sento il suo alito che mi porta notizie di sabbie e di leggende.
Nelle orecchie e sul viso mi accarezza lo zefiro rovente dei deserti, sento il suo alito che mi porta notizie di sabbie e di leggende.
Sono solo, cerco tre le rocce della vetta i diamanti di Mulay Hacen.
Uno stambecco, vicino a me si affaccia sui baratri della parete.
Un uccellino non ha paura della mia presenza, e cinquetta allegramente. Forse loro sanno dove si trovano i diamanti.
Mi affaccio sulla parete, scendo alcuni metri alla ricerca di un anfratto.
In lontananza le “lagune” sono come occhi nel viso scavato dai millenni.
Poco lontano, appena sotto la vetta, una costruzione in rovina indica una improbabile, antica, presenza umana. Il vento mi porta rumori di battaglie, di Mori ed i Cristiani sui loro scalpitanti cavalli. Il sole si accinge al tramonto.
La cappella sulla cima de "la Virgen de las Nieves che si festeggia il 5 agosto
Sotto i miei piedi le rocce della vetta si accendono. I cristalli argentati immersi nelle rocce sono lucenti come diamanti…. È la montagna “del Plata”, la montagna d’argento come la chiamano i valligiani.
Nell’aria tremolate i riflessi argentati ballano procurando vertigini agli occhi. Perché cercare ancora i diamanti? Io li ho già trovati.
Uno stambecco, vicino a me si affaccia sui baratri della parete.
Un uccellino non ha paura della mia presenza, e cinquetta allegramente. Forse loro sanno dove si trovano i diamanti.
Mi affaccio sulla parete, scendo alcuni metri alla ricerca di un anfratto.
In lontananza le “lagune” sono come occhi nel viso scavato dai millenni.
Poco lontano, appena sotto la vetta, una costruzione in rovina indica una improbabile, antica, presenza umana. Il vento mi porta rumori di battaglie, di Mori ed i Cristiani sui loro scalpitanti cavalli. Il sole si accinge al tramonto.
La cappella sulla cima de "la Virgen de las Nieves che si festeggia il 5 agosto
Sotto i miei piedi le rocce della vetta si accendono. I cristalli argentati immersi nelle rocce sono lucenti come diamanti…. È la montagna “del Plata”, la montagna d’argento come la chiamano i valligiani.
Nell’aria tremolate i riflessi argentati ballano procurando vertigini agli occhi. Perché cercare ancora i diamanti? Io li ho già trovati.
Bellissimo !! Ti ringrazio di tutto questo perche' e ' meraviglioso !! Se vorrai vedere la mia pagina " ALIZARINA JEWELS " ( Io sono di Granada da parte di mia madre e italiana dal papa' ) su Facebook vedrai come ho creato il pendente " MULHACEN " :
RispondiEliminahttp://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151185689665356&set=a.10151066184330356.427356.289518545355&type=1&theater
Sono designer di gioielli ..se vuoi passa sul mio blog ..sempre che ti piaccia continuare a cercare i diamanti....
ciao Daniela
RispondiEliminami fa estremamente piacere il tuo commento sul mio blog riguardo il Mulhacen. Ci vuole poco a descrivere una cosa meravigliosa. Granada mi ha affascinato, i suoi vicoli, l'Alhambra, l'Albaicin, las cuevas del Sacromonte, le leggende e le storie della alta Sierra. Il vento delle vette racconta storie meravigliose, basta solo scriverle come sotto il dettato di una diligente maestra. Ho visto i tuoi gioielli e sarei felice se potessi inserire alcune tue foto nel post
ciao