domenica 31 marzo 2013

DOVE LA MENTE VACILLA, IL TEMPIO DI KARNI MATA

 
E’ strano, si compiange chi è tardo di piede , e non chi è tardo di spirito.

E chi è cieco negli occhi anzichè chi è cieco nel cuore.
 
KARNI MATA
 
Non vedi altro che la tua ombra quando volgi le spalle al sole…….
 
Chi ora si attende un’avventura nel deserto, dovrà pazientare un momento perché prima di partire è necessario fare un salto li dove la fede vacilla, dove la nostra mente appare in tutta la sua limitata tolleranza.  Non si può partire nel deserto senza aver capito l’anima del terreno che si calpesta. Ogni luogo ha un’anima. Le montagne dell’Himalaya sono il tempio degli dei, sul Keilash ballano Shiva e Parvati ........
 
e noi andiamo a profanare questi luoghi sacri, paghiamo i lama che ci diano il permesso di salire su quei terreni sacri, ci facciamo accompagnare da guide e portatori che per pochi dollari si caricano sulle spalle 50 kg di viveri e attrezzature essenziali, dopo aver avuto il beneplacido dai sacerdoti, così da non profanare il terreno che calpesteranno salendo le cime. E saliamo portando la cultura superficiale della nostra società, dove si deve vincere a tutti i costi, dove anche gli dei si devono inchinare al nostro umano volere, distruggendo la sacralità e relegandola ai confini dell'universo....per ora.
 
Saliamo sulla vetta della “montagna delle nuvole” che dispensa vita all’Amboseli e allo Tzavo, genitrice del dio Nilo e sotto cui ogni giorno degli  “ingenui selvaggi” fanno riti che possano dispensare le gocce salvifiche che cadono dalle nubi condensate dai freddi ghiacci del Kibo. Calpestiamo, distruggiamo, deridiamo gli dei, i djinn, il dio di tutti i viventi, Shiva e Visnù, Hallah, che si sono rintanati sui monti, nei deserti, tra le foreste impenetrabili per fuggire l’uomo che tutto distrugge. Ora, prima di partire, mi dirigo in un luogo speciale, dove anche la mia mente aperta al sacro ed al trascendente dubita, ma mai irride, piuttosto invidia chi ha così profondamente penetrato nell’anima del cosmo.  La sera incipiente nel villaggio di Desnoke, l’aria calma dopo un acquazzone improvviso portato dal monsone….
 
il tempio di Karni Mata…la porta d’argento, una moltitudine di persone colorate, una musica lontana, il suono tenute di una campanella, le scarpe lasciate all’ingresso a significare che siamo mondati almeno nei piedi, se non nell’anima. Una storia antica aleggia sul tempio, nata dalla fantasia, dalla verità, dalla voce dei credenti, persa nel tempo della memoria, tramandata dalla voce dei fedeli. Una “storia” incredibile che noi trasportiamo semplicemente nella “favola” cosicchè non ci possa far paura.
 
 Una favola che diviene storia semplicemente perché oggi possiamo constatare la fine di quel racconto che si perde tra le nuvole dei monsoni, tra le sabbie del deserto, che vola nella brezza della sera, che rassicura il cuore dei fedeli dandogli la speranza della vita. Una speranza che vince sulla morte e che noi non abbiamo il diritto di dileggiare e di irridere. Una storia che nasce  mille anni fa quando in uno sperduto villaggio ai margini del Grande Deserto viveva una ragazza figlia di uno charan, un cantastorie. Karni Mata, così si chiamava la giovine, viveva una vita ascetica ed era considerata alla stregua di una santa.
 
Un giorno il Raj Bika si aggirava in quei luoghi in cerca di un posto ideale per costruire la sua città ( poi Bikaner). Karni Mata lo benedisse e gli predisse che avrebbe vinto i suoi nemici . Tutto ciò che aveva predetto si avverò e da quel giorno Karni Mata divenne la protettrice del re e fu identificata come la trasfigurazione della   dea Madre Durga, protettice dei poveri e dei derelitti. Ci fu in quel tempo una epidemia di peste che uccise migliaia di bambini. Un giorno Karni Mata chiese a Yama, il dio della morte,  di resuscitare un bimbo, ma egli le  rispose che non era possibile perché l’anima del  bimbo ormai era sfuggita al suo potere. Karni Mata si infuriò e ordinò che l’anima di ogni bimbo, alla sua morte, avrebbe dimorato nel corpo di un topo, in attesa della reincarnazione, privando così Yama di una  moltitudine di anime.
YAMA, DIO DELLA MORTE
 
Ci sono delle varianti sull’origine del culto dei topi, ma tutte convergono nella sacralità dei roditori. Da allora ogni topo del tempio non è altro che un bimbo morto prematuramente. Non ridete di questa che noi possiamo considerare una fandonia, un topo è solo un topo, porta malattie, puzza, fa ribrezzo. Qui ogni topo è l’anima di un bimbo, di un figlio, di un amico.
 
Qui l’anima è più importante del corpo. Ogni cosa ha un’anima, figuriamoci un topo. Ogni ratto che corre tra i fedeli non è uno schifoso mammifero mordace, è un figlio. Cosa fareste voi se vi fosse morto un figlio e sapete per certo che si è trasformato in un topo? Favole !!!Favole ?? Mettiamola così…Se il vostro amato figlio avesse perso un arto cosa fareste? Lo disconoscereste? NO!!! E se avesse perso tutti gli arti? NO!!!...   e se con una macchina cuore polmone che lo tiene in vita avesse perso anche il corpo?
 
Ebbene, la macchina cuore polmone che Karni Mata ha regalato agli uomini si chiama TOPO, una macchina che tiene in vita tuo figlio. E’ difficile da credere? Perché? E’ più facile credere che nostro figlio ci attende lassù, nel paradiso dei giusti? E’ più facile credere che qualcuno ci compensi delle ingiustizie subite in questa vita ? Perché, se è vero il nostro credo, non dovrebbe esserlo questo? Che al Dio manca forse la possibilità di realizzare tutto questo? Una campanella all’ingresso del tempio, suonata con un colpo di dita, annuncia alla Dea il nostro arrivo mentre una musica inonda il tempio.
 
Una musica ancestrale, una nenia struggente, un mantra ripetitivo che ipnotizza con la voce e con l’armonium, con il battito delle tablas che i sacerdoti ripetono all’infinito.
 
Topi in ogni dove, migliaia e migliaia ( si dice siano 25.000), fedeli genuflessi verso i roditori che mangiano in scodelle di latte, fedeli sdraiati a terra con i topi che scorrazzano sui corpi prostrati.
 
Un topo che passeggia sui tuoi piedi è indice di fortuna, avvistare il topo bianco porta felicità. Madri disperate qui leniscono il loro dolore, si ricongiungono ai loro figli, li coccolano, li carezzano, li attendono mentre essi giocano a rincorrersi.
 
 I topi non sono una rappresentazione ipotetica, sono la vera essenza dei loro cari. Gli Indù guardano all'essenza delle cose.
 
 Noi dobbiamo liberarci dei nostri pregiudizi, dobbiamo lasciare i nostri tabù fuori del tempio, insieme alle scarpe che non possono entrare.
 
Il latte che nutre i topi viene utilizzato per fare il dolce ( crudo, non cotto) che viene poi passato tra i fedeli. Il latte, viene bevuto direttamente dalle ciotole dove bevono i topi.
 
Se non ci liberiamo dei nostri tabù qui ci sono solo topi puzzolenti, portatori di mortali malattie che non attendono altro che una nostra distrazione per morderci con denti avvelenati....
 
 Se inavvertitamente dovessimo uccidere un topo, saremmo costretti a sostituirlo con un obolo d'oro dello stesso peso. Nei templi indu non solo si prega, ma si socializza ed i bambini giocano.
 
La rete in alto protegge i roditori dagli assalti dei piccioni e dei rapaci. Io ho mangiato il dolce del tempio e non sono morto, secondo l'aspettativa degli occidentali, anzi non ho avuto neppure mal di stomaco.
 
Noi dobbiamo smetterla di giudicare cose che non possiamo comprendere, dobbiamo solo accettarle e forse farne tesoro, magari adattandole alla nostra ristretta cultura. Il tempio è pochissimo frequentato da turisti perchè non è una meta per i tour operator. 
ILARIA FELICEMENTE MERAVIGLIATA......
Purtuttavia un italiano vicino a me commentava alla moglie :" non ho mai visto una cosa tanto stupida ", mentre la moglie, con un fazzoletto sul naso, lo incitava ad andare via il più presto possibile, (non comment...). 
 
Fedeli colorati dipingono un quadro fiabesco, mentre tutto è impregnato dello spirito di Durga, la Grande Dea Madre. I topi vanno a morire dietro l'altare, il Sancta Santorum, caratteristico di ogni tempio indu.
 
 Nell'angusto pertugio non c'è alcun odore sgradevole. Ho urtato un topo morto e si è polverizzato. Era praticamente liofilizzato (!!??).Noi occidentali, lontani anni luce dalla loro cultura, qui dentro dobbiamo essere "trasparenti", dobbiamo tenerci ben nascosta la nostra incapacità a comprendere.
 
 Un piccolo sforzo ci apre un'orizzonte sconfinato, un'universo infinito offuscato dalle nostre certezze... Del resto cosa facciamo noi sulle nostre tombe?
 
Solo che la nostra cultura ci fa credere che li dentro ci sia un corpo contenente ancora un’anima,  così come i fedeli di Karni Mata credono che il loro caro sia dentro un topo.
 
Se noi potessimo vedere l'essenza delle cose, forse potremmo essere migliori, solo che la nostra civiltà ci ha dato una vernice di esteriorità. Una vernice particolarmente resistente...
 
Quello che importa, credo, è che almeno nella nostra mente, questi viaggi possano farci insinuare il dubbio, una parola che ormai è scomparsa dalla nostra cultura, cancellata dalle certezze delle nostre paure.
L'EFFIGE DI KARNI MATA
 
Il Sancta Santorum, con la reliquia di Karni Mata, la grande Dea Madre, protettrice dei poveri e dei derelitti, madre di tutte le anime dei topi. Tutte fandonie?...
FEDELI AL SANCTA SANTORUM, SI VEDONO LE CAMPANELLE CHE ANNUNCIANO A TUA PRESENZA
 
Chi può dirlo..... Io mi appresto a partire, domani sarò nel deserto. Porto con me la benedizione di Brahma, sulla pelle la catarsi della fresca acqua del lago sacro di Puskar che ha depurato la mia anima.






 
I gerboa (topi) correranno tra le dune quando il sole sarà nascosto nelle sabbie. Saprò che non sono l’unico essere umano nello sterminato deserto. Sarò in compagnia dei topi…. mi siederò a guardarli saltellare leggeri, correre allegri nelle basse ondulazioni..........  mi faranno compagnia bimbi felici che saltelleranno leggeri e correranno allegri nelle basse ondulazioni , giocando a nascondino con i loro compagni.
 
    La mia anima mi ha insegnato a toccare ciò che non si è fatto carne; la mia anima mi ha rivelato che qualunque cosa tocchiamo è parte del nostro desiderio.


Ma oggi le mie dita si sono trasformate in nebbia e si diffondono nell'universo visibile e si confondono con l'invisibile
               

                                                                                                                                                   
 

7 commenti:

  1. Ho trovato bellissimi i tuoi post, non li ho ancora letti tutti ma, piano piano, lo farò. Incredibile questo racconto e incredibili pure i topi! :)

    Un saluto Antonella

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  2. ciao antonella
    il mondo è pieno di cose incredibili, quello che ci limita non è la quantità e la diversità di cose, ma la nostra mente che vive nelle prigioni dei nostri tabu, incatenata dalle certezze della nostra civiltà. Certezze che sono solo un muro per proteggerci dalle paure dell'ignoto universo che si cela in ogni cosa e specialamente nel nostro animo.....meglio credere che questo universo non esista. Il problema è che vai nei deserti,mntagne, conosci popoli, religioni, favole, dei, folletti, poi è difficile rientrare nell'angusta cella della nostra vita giornaliera.
    Grazie per il tuo interessamento al blog, Ciao

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  3. Mi rendo conto che solo perdendo di vista la riva si scoprono nuovi orizzonti...ma non so se sarei capace di raccogliermi spiritualmente in preghiera dentro quel posto. Forse non sono ancora pronto a perdere di vista la rivadelle mie sciocche sicurezze di piccolo occidentale.Ancora un racconto molto affascinante ed istruttivo.Cia o Pa'.Carlo.

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  4. ciao carlo, se tu ci rifletti un momento, in realtà quello che incontriamo, nel mondo, non è altro che la medesima esigenza del trascendente. Tutte le diverse raffigurazioni, le manifestazioni, le esteriorizzazioni non cambiano queste profonde radici del nostro intimo. Allora cosa cambia? L'acqua sacra e salvifica del lago di Puskar o del Sacro Gange lo è perchè un dio le ha dato tale caratteristica di sacralità o è sacra perchè milioni di persone le hanno dato l'energia psichica di ognuno di esse? L'acqua di Lourdes è sacra perchè la madonna l'ha sacralizzata o perchè milioni e milioni di persone, con la loro speranza, la loro voglia di guarigione le hanno dato la forza di far guarire chi più crede in essa? i topi non sono altro che la manifestazione delle nostre speranze, delle nostre esigenze, la medicina delle nostre paure...poi che siano delle statue raffiguranti uno sconosciuto uomo o un topo....che differenza fa?

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  5. Ciao Paolo,
    Bellissimo... Io sono affranto e distrutto da questo piccolo mondo occidentale. Abbandoniamo gli schemi capitalistici slegandoci dal danaro. Sto' per trasferirmi la', sulle rive del gange a meditare per il resto della mia vita. Ho venduto casa e la mia vecchia auto. il ricavato lo donero', laggiu', a qualche tempio dove conoscono il senso del "tutto"

    ci rivedremo presto, da qualche parte in India!

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  6. ...il sentire, il percepire, entrare in sintonia con l' ambiente, il luogo sacro e la sua sacralita' viene portato alla sublimazione dell' essere con il contatto fisico, che assieme a quello spirituale, permette un unione con le genti ed i popoli.

    Se ritorni prova, oltre alle scarpe, a toglierti i calzini. ti libererai realmente di tutti i pregiudizi occidentali...

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  7. Non conoscevo il tempio con i suoi topolini, ne l'esistenza di topi sacri. Bellissima storia, piena di speranza. Sono certa che la vita sia altrove, verso le montagne, i deserti e mi piacciono le persone che raccontano storie fantastiche. Grazie Doc. e Buona Pasqua 2014

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