mercoledì 4 aprile 2012

MAROCCO

Marrakech la rossa, al tramonto tutto si tinge di rosso, tutto s’avvampa, le piazze i souk, le strade, le solide mura.

 Ed al tramonto si accendono le luci della piazza Djama el Fna. Lì è tutta Marrakech, tutto il Marocco.



Lì prendono vita tutte le fiabe arabe, le Mille ed una Notte della nostra infanzia diventano realtà.


All’imbrunire la piazza si anima di incantatori di serpenti, con cobra e vipere del deserto, con scorpioni ed iguana, si anima di giocolieri ed acrobati.

Seduti a terra ed attorniati da un nugulo di gente si ritrovano cantastorie e mimi, medici che si servono delle più svariate erbe, cavadenti che anestetizzano con chiodi di garofano e fanno bella mostra di una enorme scatola di denti estratti. Si ritrovano maghe che confezionano le più svariate pozioni magiche, provenienti dalle più remote favole dell’Islam. C’è di tutto, code di topo, ali di pipistrello, mosche velenose seccate e polverizzate, veleno di serpente, occhi di animali sconosciuti, ma evidentemente magici, unghie di animali fantastici. Tutto viene mescolato e quindi consegnato in un sacchetto con le dovute istruzioni.



Ci sono i variopinti portatori di acqua, ben visibili a causa del cappello e delle purpuree vesti. Ci sono i musici con le nacchere ed i ballerini berberi.

 Tutto viene soffuso dal fumo degli arrosti mentre gli asinelli cercano di passare facendosi largo a forza nella folla vociante della sera. Lo spirito magico del Marocco è tutto in questa piazza che è difficile lasciare perché tutta la nostra ingenua fantasia non potrebbe immaginare di più.
L’incantatore di serpenti cobra ha una storia particolare. Forte della mia esperienza di “catturatore” di serpenti nostrani ( bisce e vipere) mi avvicinai e l’incantatore tentò di farmi paura mettendomi attorno al collo un sedicente serpente velenoso.

Non mi feci certamente intimidire da quell'innocuo serpenello ed anzi affrontai con coraggio il cobra che si aggirava minaccioso . Tale coraggio mi derivava dalla certezza che nessuno avrebbe permesso ad un qualunque turista di avvicinarsi al cobra fino a tentare di catturarlo se avesse avuto denti velenosi in perfetta efficienza. Ero certo che lo aveva reso inoffensivo strappandogli i denti veleniferi.
Quindi affrontai con “coraggio” il cobra.

 Lo distrassi agitando la mano per permettermi di catturalo per la  coda. che è un modo meno pericoloso rispetto che ad afferrarlo per il collo.  Finita la “rappresentazione”, seguita con curiosità ed interesse da vari avventori, l’incantatore catturò con destrezza l’animale. Lo afferrò saldamente al collo e prese un bicchier chiuso da una membrana. Costrinse il cobra ad aprire la bocca e a mordere la membrana. Due denti acuminati la penetrarono e lasciarono colare vari cc di liquido color oro….E già. Era veleno!!! L’incantatore lo vendeva agli istituti per fare l’antitodo. Non lo lascia a vedere…ma a momenti svenivo……..La piazza  si  lascia solo perché il Souk, il mercato, aspetta ai bordi della piazza. Nello sconfinato mercato si vende tutto ciò che un essere umano possa produrre lì dove poi si trova il negozio. Lì si concia la pelle, si producono le lampade, si forgia il ferro, si annodano i tappeti e si colorano le stoffe, si intaglia il legno e si producono le scarpe. Le donne intrecciano i canestri e le borse, una marea di gente produce e vende. I prodotti non hanno prezzo, il prezzo è quello che il venditore e l’acquirente fanno nel momento stesso della vendita. La contrattazione è l’essenza stessa del commercio, il tè alla menta è il tramite essenziale della vendita e dell’acquisto. Mai chiedere il prezzo di un’articolo, se il prodotto interessa ci sarà sempre il modo di trovare un’accordo. Del resto questo è il mestiere del commerciante ed in Marocco sono maestri in quest’arte.
Presto la piana di Marrakech si stempera nelle propaggini dell’Atlante. Al di là si estende l’immenso Sahara, 6000 km fino al mar Rosso, 6000 km di nulla.

Ma prima del nulla villaggi abitati ed abbandonati si affacciano e si aggrappano nei precipiti pendii dei monti.
Sembra di essere nel Nepal. Le case sembrano sprovviste di tutto ciò che è essenziale per vivere.
I muri sono impastati di fango e paglia, si confondono con la  montagna. I tetti sono di rami e ricoperti anch’essi di fango. Spesso questi piccoli ksour sono dominati da kasbe imponenti, come Ait Ben Addou. Questa kasba millenaria sorge come per magia dal deserto ed il suo fascino è rimasto inalterato nel tempo, anzi nel tempo si è accresciuto ed ha attirato decine di registi che qui hanno girato i loro film in costume.
Tra le sue strette vie l’aria è fresca, tutto è stato costruito per resistere al caldo soffocante del deserto. Ma Ouazazate aspetta. La più grande città prima del nulla, la porta del deserto.

La Kasba di Tourit si affaccia sui freschi palmeti della valle del Dra, mentre dietro di noi le nuvole si accalcano sulle immense vette del Toubkal. Qui antico e futuro convivono. Vicino alla kasba sorgono gli studios Atlas con i loro scenari finti.


Qui si girano tutti i film dell’antichità. Tutti gli scenari sono ricostruiti in dimensioni reali ed il deserto fa da sfondo eterno. Il deserto infinito si intravvede e l’animo vorrebbe andare, ma bisogna tornare ed andare alla scoperta dei monti magici dell’Atlante.

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